Ricostruire le città e i paesi a partire dai bambini. Perché - come recita lo straordinario programma del candidato Sindaco del PD a Malnate, Samuele Astuti - "se le cose vanno bene a loro, vanno bene a tutti".
Pare quasi la ridefinizione dell'imperativo categorico di Kant - che intendeva porsi come "idea regolativa" dell'agire, ovviamente anche sul piano politico-amministrativo - abbassando sul piano visuale (ma innalzando incredibilmente sul piano ideale) lo sguardo di prospettiva. Non più l'universalità della legge, ma il suo ridimensionamento all'infanzia: "Agisci come se la massima della tua azione dovesse diventare per mezzo della tua volontà una legge buona per tutti i bambini".
Quali bambini, però e anzitutto?
Bersagli pubblicitari e mercantili, “nati per comprare” – dal titolo di uno splendido saggio di alcuni anni fa - spesso costruiti e modellati (raramente frequentati o conosciuti) secondo gli stereotipi di un immaginario (e di un utile) tutto adulto, che alterna - a seconda dell’angolo visuale - il mito dell’innocenza a quello delle baby gang, l’enfasi sulle mode alla “terribile semplificazione” del bambino visto esclusivamente come “futuro adulto”? O i bambini a cui regalare un po' di bamboleggiante panem et circenses natalizio, preferibilmente con la sponsorizzazione o il patrocinio fortemente visibile di questo o quel Centro Commerciale?
Eppure i Signori Bambini, direbbe Daniel Pennac, sono qui, nostri concittadini, così come sono ora, con la loro ricchezza e complessità, con la loro sostanziale compiutezza in divenire (non sembri un paradosso) che merita attenzione, considerazione e stima.
Bolle di sapone sensibili ad ogni alito di vento, fragili e rapidissime a spezzarsi al più piccolo turbamento, eppure al contempo dotate di una resistenza e solidità sorprendenti: il segreto della bolla di sapone - come quello dell'infanzia - va rintracciato nella sapiente consistenza e preparazione della sua materia, nella delicatezza (ma anche nella sicurezza) del gesto con cui l'animatore/artista (e, per stare in metafora, il genitore, l'insegnante, il mondo) consegna la sfera, ormai libera, all'aria. Pronta per un volo lieve ma solido, il più duraturo possibile.
Questo approccio all'infanzia muove, soprattutto, da un'idea seria di rispetto: rispetto dei tempi e ritmi della crescita - fisica, emotiva, intellettuale - ma anche della necessità di una sua costruzione, non svilita né avvilita al ribasso. Che riesca a coniugare leggerezza ed allegria con la consistenza del pensiero, lo svago con la cultura e l'educazione: fino a scoprire che queste apparenti antitesi sono, appunto, solo apparenti. Che l'allegria educa e che il pensiero ci alleggerisce l'animo: che solidità e lievità, insieme, sono le chiavi del nostro vivere nel mondo.
Una città che muova da queste premesse - quasi si trattasse di un sistema matematico, che costruisca i propri teoremi a partire da pochi assiomi fondativi - non può tuttavia che rovesciare, è bene che se ne abbia consapevolezza, il catalogo e l'ordine delle tradizionali, e spesso miopi, priorità politico-amministrative. Perché - al di là della forza evocativa e della nobiltà programmatica dello slogan - probabilmente non è vero che "se va bene per i bambini va bene per tutti". Con le parole di Sandra Zampa (La Repubblica, 4 novembre 2010):
"In una città dove i bambini e gli adolescenti stanno bene, dove possono vivere sentendosi a casa propria, difficilmente non vivranno altrettanto bene gli adulti. Il loro benessere misura quello di noi 'grandi' ed è a partire dalle loro difficoltà, dal loro disagio e dalle loro sofferenze che potremmo misurare l'inadeguatezza della città che da adulti abbiamo costruito (...) Ogni euro speso per il benessere dei bambini e degli adolescenti è ben speso. Il benessere delle loro vite attraversa ogni pagina dell'agenda degli impegni di un'amministrazione. Dalla qualità dell'aria allo sport, dal tempo libero alla scuola e all'educazione, dai programmi di integrazione al verde, fino alla viabilità".
Occorre coraggio: occorre saper costruire, in tempi di "coperte corte", teoremi radicalmente diversi, costruiti sul primato - anche e soprattutto finanziario - della scuola e della cultura, delle biblioteche e dell'ambiente. Con lo stesso coraggio, credo, occorre anche ricostruire - a partire da qui - l'anima di una sinistra che non sempre ha mostrato una sensibilità particolarmente reattiva a questi temi, se non in termini di contrapposizione.
Ci riuscirà Malnate, ci riuscirà Astuti?
L'augurio - da un vecchio abitante del paese, negli anni '70 di un'infanzia ricca di prati e boschi e furiose partite a calcio - è davvero sentito. Anche per il ricordo di Luca Zecca - amico sensibile e colto che se n'è andato troppo presto - che sarebbe lì, in prima fila, a sperare e credere in un cambiamento possibile.
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